Le coronarie si ammalano precocemente se i denti non sono sani

a cura della Dott.ssa Francesca D’Auria*

La sindrome metabolica, nota anche come sindrome da insulino-resistenza o sindrome X è un insieme di fattori associati ad un aumentato rischio di sviluppare precocemente malattie coronariche e diabete di tipo 2. I componenti della sindrome metabolica includono alterata regolazione glicemica, obesità viscerale, ipertensione arteriosa sistemica e dislipidemia aterogena con trigliceridi elevati e bassi livelli di lipoproteine ​​ad alta densità. Si ritiene che questa associazione sia il risultato di stress ossidativo unito ad una risposta infiammatoria sistemica esuberante. Diversi studi hanno esaminato l’associazione tra la sindrome metabolica e la parodontite. La malattia parodontale è considerata una malattia infiammatoria infettiva e cronica ed è un potenziale rischio additivo nelle malattie cardiovascolari quali infarto del miocardio, arteriopatia obliterante periferica degli arti inferiori e patologia carotidea correlata all’ictus cerebri, ma è anche documentata nelle malattie respiratorie, nel diabete e nell’osteoporosi, oltre ad avere note implicazioni negli esiti avversi della gravidanza.

In alcuni studi, la terapia parodontale intensiva ha mostrato una significativa riduzione dei livelli di proteine e macromolecole quali rispettivamente proteina c-reattiva, interleuchina-6 e colesterolo lipoproteico a bassa densità dopo soli 2 mesi di instaurazione.

Il diabete è notoriamente collegato a malattie dell’apparato cardiovascolare, a nefropatia, a retinopatia, a neuropatia, e alla parodontite. ll diabete di tipo 2 è preoccupazione crescente per la salute, con un’incidenza che aumenta parallelamente all’obesità. La parodontite a sua volta è un noto fattore di rischio per il deterioramento del controllo glicemico nel tempo. In uno studio longitudinale di 2 anni, i pazienti con diabete e parodontite grave avevano un rischio sei volte maggiore di deterioramento del controllo glicemico rispetto ai pazienti con diabete e senza parodontite. La parodontite è associata ad un aumentato rischio di altre complicanze diabetiche. L’82% dei pazienti diabetici con parodontite grave ha manifestato l’insorgenza di uno o più eventi cardiovascolari, cerebrovascolari o vascolari maggiori rispetto al 21% dei soggetti diabetici senza malattia parodontale. Tasso di mortalità per cardiopatia ischemica e per nefropatia diabetica era rispettivamente 2.3 e 8.5 volte più elevato nella parodontite grave rispetto ai soggetti con parodonto sano o con malattia parodontale di grado lieve. Questi risultati suggeriscono che la presenza dello stato infiammatorio cronico associato alla malattia parodontale nei pazienti con diabete può essere associata a un deterioramento sistemico pericoloso.

Infine, va ricordato che un ulteriore importante fattore di rischio per la patologia parodontale è il fumo di sigaretta, poiché è stata dimostrata una chiara associazione tra fumo e parodontite indipendentemente dall’igiene orale, dall’età o da qualsiasi altro fattore di rischio.

Per trattare razionalmente e prevenire la malattia parodontale, dobbiamo conoscere gli agenti eziologici per pazienti specifici e il meccanismo della patogenesi batterica nella parodontite. Nelle malattie sistemiche in cui sono colpiti anche i tessuti parodontali, la diagnosi precoce e la terapia farmacologica generale attentamente gestita con il medico e l’odontoiatra che lavorano insieme possono rivelarsi utili per la salute e la qualità di vita globale del paziente.

Le evidenze scientifiche suggeriscono che i cambiamenti parodontali sono una manifestazione clinica che prelude ad un aggravamento della patologia cardiovascolare e del diabete. È stato osservato che i soggetti con parodontite cronica grave e il diabete di tipo 2 hanno sei volte più probabilità di avere un controllo glicemico scarso associato ad una evoluzione precoce della malattia aterosclerotica coronarica, dell’infarto del miocardio, dell’ictus cerebri e della arteriopatia obliterante periferica degli arti inferiori. È, altresì, da segnalare che uno stato cronico di iperglicemia influenza negativamente la funzione dei neutrofili causando una risposta infiammatoria disfunzionale e ostacolando la riparazione dei tessuti con formazione di ulcere torpide nella guarigione. La concentrazione di prodotti finali avanzati di glicazione (AGE) che possono influenzare direttamente la normale funzione proteica o agire indirettamente reagendo con RAGE (recettori per AGE) sulla membrana cellulare di una varietà di cellule è elevata nelle persone con diabete di tipo 2. Questi prodotti glicosilati alterano le proprietà funzionali di diverse importanti molecole di matrice come collagene di tipo 1 e Laminina presenti nelle pareti dei vasi arteriosi e principali fattori della loro elasticità.

La maggior parte delle persone non ha piena consapevolezza delle conseguenze della malattia parodontale sulle altre condizioni sistemiche. Tuttavia, la corretta informazione riguardo il grave potenziale patogeno della malattia parodontale sulle malattie dell’apparato cardiovascolare e le sue correlazioni con il diabete e l’obesità, può amplificare e favorire la prevenzione per la salute orale e generale dei pazienti. La salute generale non può prescindere dalla salute orale, pertanto si suggerisce che le persone affette dalle diverse componenti della sindrome metabolica debbano essere incoraggiate a sottoporsi ad un esame odontoiatrico periodico.

*DOTTORESSA FRANCESCA D’AURIA

La Dott.ssa Francesca D’Auria è una Cardiochirurgo, Chirurgo Toracico e Chirurgo Vascolare, Dottore di Ricerca in Chirurgia Robotica e Dirigente Medico a tempo indeterminato presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara. La Dott.ssa D’Auria è autrice di numerose ricerche scientifiche in ambito cardiovascolare, è un Valutatore Europeo del Programma Horizon2020 per il Piano Salute, svolge attività di ricerca presso l’Università di Maastricht, è membro della Società Europea e Americana di Chirurgia cardiotoracica, parla correntemente Italiano, Inglese, Francese e Spagnolo ed è attivamente impegnata per il riconoscimento della meritocrazia e della piena parità di genere nel mondo del lavoro e nella società civile.