FILM DA MASTICARE

Vieni avanti cretino (1982) di Luciano Salce a cura di Fabio Zanello

Rubrica a cura di Fabio Zanello – giornalista e critico cinematografico

Vieni avanti cretino (1982) segna ancora oggi lo zenit della comicità di Lino Banfi, che al servizio di un maestro del grottesco come Luciano Salce, da vita ad una serie di sketch, dove si fondono l’avanspettacolo, il ritmo dei cartoon, il dialetto pugliese fra invenzioni e idiomi tipici  e soprattutto il qui pro quo, ormai entrati nell’immaginario collettivo. Fra queste scene, una di cui conserviamo tutti un ricordo indelebile è quella filmata nello studio dentistico, giocata  interamente sul qui pro quo, l’equivoco insomma. Pasquale Baudaffi (Banfi) appena scarcerato, è in cerca, dopo qualche anno di astinenza, di una compagnia femminile e si reca in un alloggio, dove una volta c’era un bordello. Peccato che Pasquale ignori che nel frattempo il locale sia stato trasformato in studio dentistico e così quando in sala d’aspetto lui e un altro paziente s’incrociano, gli effetti saranno esilaranti. Inoltre l’atmosfera sembra non essere mutata, perché  sulle pareti restano stampe erotiche con disappunto della dentista e l’assistente di poltrona è decisamente attraente e disponibile. Quando lei entra nel discorso delle otturazioni, Pasquale ne richiede almeno cinque e la ragazza lo informa di aver visto denti di tutte le forme: a imbuto, a falce, a martello (“tipo Berlinguer! replica Baudaffi per amore del politicamente scorretto), corti e lunghi. Nella sala d’aspetto l’equivoco giunge all’apoteosi, quando l’altro cliente racconta ad un attonito Pasquale di portare lì il suo bambino di 8 anni, di avere il dente pieno di pus e che una volta che si saranno seduti sulla poltrona, la titolare “lo strappa a tutti.” Fra giochi linguistici (l’ingegnere gli chiede “è devitalizzato” e Pasquale ribatte “è vitalizzato eccome”), doppi sensi e incomprensioni  (sempre Pasquale precisa “l’arcata va bene, la spinta pure”) un indignato Banfi abbandona lo studio con un monito per la dentista e l’interlocutore:“Aspetto che mi casca nella vecchiaia!” Particolare non trascurabile, lo sceneggiatore Roberto Leoni raccontò un aneddoto, dove mentre si trovava dal dentista, l’assistente del dottore lo martellò con le battute della gag in questione durante un intervento.