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Avviso importante

Cari Pazienti,
il settore dell’odontoiatria è cambiato molto rapidamente negli ultimi anni: l’assistenza si sta orientando verso una organizzazione sempre più strutturata, in grado di rispondere alle nuove esigenze e situazioni; la professione odontoiatrica è sempre più orientata a fornire servizi complessi e sofisticati.
In quest’ottica, abbiamo deciso di procedere ad una riorganizzazione logistica e strumentale, concentrando le risorse umane e le apparecchiature tecnologiche presso lo Studio di Teggiano, in modo da fornire un servizio sempre più efficace e al passo con i tempi, migliorare le potenzialità di sviluppo dell’attività, sfruttare tutte le opportunità del mercato, sviluppare le decisioni di investimento e migliorare le competenze del personale.
A partire da aprile 2020, quindi, riceveremo i pazienti soltanto presso lo Studio di Teggiano, in via Provinciale.
Nell’auspicio di fornire un servizio sempre più efficace ed al passo con i tempi, restiamo a disposizione per ogni necessità.

📍 Studio Teggiano – via Provinciale-Prato Perillo
☎️ Tel 0975.587.242
💻 www.studiodentisticoinnamorato.it

FILM DA MASTICARE

“Film da Masticare” è una rubrica a cura di Fabio Zanello – giornalista e critico cinematografico

Django Unchained (2012) di Quentin Tarantino

La vita, l’abilità con la pistola e un repertorio di battute colmo di termini aulici  del dentista tedesco King Schultz ( Christoph Waltz), attraverso la sua complicità con lo schiavo di colore Django Freeman (Jamie Foxx). Un dentista dandy che ridefinisce la vita del suo protetto, insegnandogli a maneggiare la pistola e a difendersi dalla tracotanza dei bianchi, che vogliono sempre sopraffarlo.   E così l’attore austriaco Christoph Waltz nel ruolo di King Schulz consolida la sua fama, dopodiché lo stesso Tarantino lo aveva lanciato nella storia rivista e corretta di Bastardi senza gloria

Un bianco progressista e uno schiavo ribelle contro il mondo destrorso e razzista intrinseco agli stati del sud, che non è stato ancora estirpato ai giorni nostri,  insieme rivendicano romanticamente e iperrealisticamente la libertà individuale.

Sotto la patina del dentista,  King Schultz è un personaggio carnale, sopra le righe, incandescente, comico e intransigente verso ogni sopruso, pronto a garantire all’amico Django la sua rivincita contro gli schiavisti impersonati da Leonardo Di Caprio e Don Johnson, anche per ricongiungersi all’amata Broomhilda (Kerry Washington), ancora sotto il giogo della schiavitù.

Una commedia tragica  e western dove le evoluzioni psicologiche dei personaggi sono articolate, dando vita al romanzo di formazione di Django fra ironia e nostalgia in un’America trasfigurata in una terra senza legge, ricorrendo anche al grottesco, quando è necessario per raccontare l’assurdità della tratta di esseri umani.

Il paradosso insomma domina su una storia del Nuovo Mondo, che ribolle di elementi contradditori e oscuri per il sviluppo capitalistico di una nazione nata dal sacrificio e dalla violenza.

Letizia Ciliberti di Teggiano volontaria in Africa. “Profondo piacere nel dare molto più che ricevere”

Articolo pubblicato da Paola Federico su OndaNews

Ho sempre detto di aver scelto la facoltà di Medicina, e ne sono convinta, in quanto spinta dal desiderio di scoperta, dalla passione e dal piacere del dare ancora prima che ricevere. Ed è lo stesso motivo per cui ho scelto di affiancare il mio studio al volontariato”.

È con queste parole, ricche di emozioni già vissute e con la consapevolezza di quelle che arriveranno, che Letizia Ciliberti24enne di Teggiano, racconta la propria esperienza con l’ong (organizzazione non governativa) “Medici con l’Africa Cuamm”, da 70 anni la più grande organizzazione sanitaria italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Il Cuamm lavora al fianco di medici e infermieri locali, negli ospedali, nei distretti, nelle scuole e università di Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centroafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda.

La preposizione ‘con’ l’Africa, invece di ‘per’, non è scelta a caso: esprime l’idea di condivisione di un percorso di crescita che unisca l’Italia e l’Africa in ambo i sensi, crescita professionale e umanitaria – spiega Letizia, laureanda in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi ‘Gabriele D’Annunzio’ di Chieti -, e credo sia proprio questo ‘con’ l’Africa ad avermi fatto appassionare alla mission del Cuamm, ovvero di dedicare i propri interventi agli ‘ultimi’, fasce più deboli e povere della popolazione, in particolare donne e bambini, e, in generale, socialmente e fisicamente già distanti dall’accesso alle cure sanitarie”.

Letizia ha conosciuto il suo gruppo d’appoggio in Abruzzo, nato nel 2014, durante il suo secondo anno di università; dopo il primo anno di volontariato attivo, ne è stata referente per ben 4 anni. L’intenzione di partire per poter fare un’esperienza in ambito di cooperazione internazionale è stato un obiettivo rincorso per anni, un sogno realizzato grazie al Wolisso Project, il Cuamm, insieme al Sism (Segretariato internazionale Studenti di Medicina). Grazie al progetto la 24enne teggianese è riuscita a conquistare un mese di tirocinio formativo, cui si può accedere tramite una selezione, ed a stata destinata all’Etiopia, in particolare all’ospedale St Luke di Wolisso.

Ho deciso di dedicarmi principalmente all’ambito pediatrico – afferma Letizia – considerando che la mia Tesi di Laurea è improntata sulla malnutrizione acuta grave e gli approcci diagnostici terapeuti, con dati raccolti proprio grazie al Cuamm. Sono rimasta scossa da quello che ho provato in questo periodo a Wolisso: un senso di pace e serenità che si prova nel condividere anche un semplice sorriso o uno sguardo, è qualcosa che mi appaga. Vivere a contatto con la sofferenza e molto spesso l’incapacità di poterla contrastare rende tutto difficile, ma c’è tanta speranza in quei luoghi, in quella gente che ti permette di credere in una possibilità di miglioramento e di crescita”.

Spero un giorno di tornare – continua – per poter dare di più, in quanto da laureanda, pur avendo concluso i miei studi, mi rendo conto di non avere ancora tutti i mezzi adatti per poter aiutare questa gente, se non offrendo tutto il bene che meritano di ricevere e che ora posso dare. Questo viaggio è per me la chiusura di un percorso universitario, che ho dedicato, per scelta, anche al volontariato, ma rappresenta anche un punto di partenza per il medico che mi auguro di essere nel futuro”.

LIBRI DA MASTICARE – Rubrica a cura di Antonello Saiz (libraio e blogger)

Denti

“Nel primo pomeriggio del 2 marzo di tre anni fa persi in un sol colpo due incisivi. Erano quelli che mi servivano per pronunciare il mio nome”. Così inizia Denti, romanzo di Domenico Starnone pubblicato da Feltrinelli alcuni anni fa. Il protagonista è un cerebrale, ansioso, innamorato geloso, padre amorevole, con un forte Edipo; quand’era piccolo sua madre lo portava dal dentista, adesso non c’è nessuno che ve l’accompagni. Il luogo è una Roma d’autunno. Il tempo è il nostro, tempo delle nevrosi quotidiane. Una storia di denti, mascelle, labbra e ganasce e di dentisti, odontoiatri e cavadenti. Ma anche una storia di amori, mogli, figli, amanti e rivali. Storia di un uomo ossessionato dai suoi denti, con i denti, per la prima volta in un romanzo italiano, veri protagonisti di tutto il racconto. Tutto parte dal complesso dovuto ai suoi incisivi, a cui il protagonista imputa la colpa di rovinargli il sorriso. Denti robusti che si romperanno e verranno esaminati da diversi dentisti più o meno capaci. Denti forti capaci di prendere a morsi una vita che si fa masticare ma pure sputare, per ignavia e incapacità, per mancanza di autostima, per una gelosia che divora. Un uomo ossessionato dai suoi denti e che non impara dai suoi fallimenti, e dai suoi denti, che ogni volta che vengono rotti, ricrescono. Trama interessante e complessa ma ritmo iniziale si perde via via che la storia cresce. Dal libro nel 2000 Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film con protagonista Sergio Rubini nei panni di Antonio.

FILM DA MASTICARE

“Film da Masticare” è una rubrica a cura di Fabio Zanello – giornalista e critico cinematografico

Daydream

Giappone. Nella saletta d’attesa di uno studio dentistico s’incontrano un uomo Kurahashi e una donna Cheiko. Un montaggio alternato alterna l’attesa dei due con i suoni amplificati degli strumenti odontoiatrici, mostrandoci le operazioni che il dentista compie sui pazienti con inquadrature fondate su dettagli e particolari della cavità orale. Inizialmente questo sembra essere un film saggio sul lavoro del dentista ma dopo mezz’ora entriamo in una sorta di dimensione onirica, dove deflagra la passione amorosa fra i due pazienti, che caratterizzerà il resto della narrazione filmica, quando usciranno dallo studio. Il regista Tetsuji Takechi porta sul grande schermo un breve racconto di Jun’ichirō Tanizaki del 1926, destinato negli anni successivi a divenire una pietra angolare nel genere degli amori folli e del cinema asiatico nei Sessanta. Del resto in questo film c’era una sorta di preveggenza: l’erotismo al cinema cominciava a non può essere una materia da serie Z o perseguibile dalla censura ma una forma d’arte, che si prestava a soluzioni formali davvero avanti per l’epoca, ma ormai consueti nell’audiovisivo odierno. I corpi sono stilizzati e pittorici fino a tratteggiare un senso di straniamento, il bianco e nero esprime gli stati d’animo dei protagonisti e la camera a mano sta sempre addosso ai personaggi durante i loro spostamenti per disegnare un maggiore realismo. La dimensione intima e quella onirica diventano in Daydream un puzzle con lunghe scene notturne e malinconiche, dove la donna ossia un’attrice magnifica come Kanako Michi, diviene un simulacro femminile su cui riflettere ed elaborare parecchie riflessioni.

Un cinema d’autore economicamente sostenibile dunque, che rende Tetsuji Takechi uno dei precursori della body art attuale, lanciando il film in un’accelerazione in cui Cheiko trova la sua vera femminilità e noi il piacere della visione. Ed è un vero crimine che il pubblico occidentale non abbia potuto apprezzarlo in sala ma debba accontentarsi del DVD import, reperibile ovviamente su Internet, anche per superare certi pregiudizi della vecchia Europa per cui il cinema nipponico è solo quello rappresentato da figure come Akira Kurosawa e Toshiro Mifune.